Senza categoria

QUANDO IL CINEMA SALVO’ L’ AMERICA DAL BARATRO ECONOMICO

Era il 29 ottobre del 1929, quando la borsa a Wall Street ebbe un crollo finanziario, che portò l’America alla recessione e nel baratro. Se dopo la prima guerra mondiale, gli Stati Uniti, avevano vissuto un grande boom economico, di colpo tutto questo venne spazzato via, nel famoso martedì nero. Grandi città e piccoli paesi erano in banca rotta, la gente perdeva il lavoro, le fabbriche chiudevano e l’America era in default. I ricchi diventavano poveri e i poveri ancora più poveri, era un periodo nero, pieno di suicidi e pieno di infelicità, ma incredibilmente l’unica azienda ancora in piedi era quella di Hollywood. Anche in California le ristrettezze economiche si fecero sentire e anche il cinema, che non aveva più tanti fondi, stava vivendo una grande crisi. Una crisi anche arrivata dall’avvento del cinema sonoro, che aveva rovinato le carriere di tantissime celebrità, che con il sonoro non avevano più possibilità di lavorare perché non dotate di una bella voce. Poi ci furono anche attori e produttori, che con la crisi economica e i loro soldi investiti in borsa, persero tutto e dunque anche qui i suicidi furono centinaia. Sembrava così, ma poco non lo era più, incredibilmente il cinema era diventato la valvola di sfogo, delle persone in crisi, persone senza niente che però spendevano i soldi per il cinema, perché uscivano dalle loro vite inutili. Hollywood aveva capito questo bisogno e dunque si cominciarono a investire ancora più risorse per aprire altre sale cinematografiche, soprattutto nei piccoli centri, dove la gente aveva più bisogno di evadere dalla realtà. L’ idea era quella di creare storie leggere che aiutassero la gente a ritrovare il buon umore, film d’amore, commedie, balli e danze andavano per la maggiore. Personaggi come Fred Astaire e Ginger Rogers, stavano vivendo il loro momento d’oro, erano completamente abolite storie con impegno politico, temi sociali e drammi troppo strappalacrime, si preferiva la giovialità, l’allegria e la spensieratezza. Se da una parte, la disoccupazione era a livelli spaventosi, dall’altra erano rilanciati i valori sociali, era rilanciata l’idea della famiglia e del stare gli uni con gli altri. Venne anche imposto dallo stato Americano, un codice di moralismo per le sceneggiature il codice Hays, chiamato con il cognome dell’avvocato che lo scrisse, dove era elencato tutto quello che si poteva scrivere e portare sullo schermo e una serie di principi che dovevano contenere quei film, come il rispetto delle leggi, l’ America e gli americani al centro di tutto e l’assoluto divieto di contenuti amorali, come scene di nudo, brutte parole e l’assoluto divieto di alcool o di sigarette. Insomma per aiutare gli americani, si tentava con un messaggio subliminale, di credere nel paese e nel credere che il meglio dovesse ancora arrivare. Questa era considerata l’età d’oro del cinema, proprio per i grandi incassi che stava facendo e perché in quegli anni, stava nascendo una vera industria, che dava lavoro a centinai di persone e che portava il nome dell’America in alto, anche se stava vivendo uno dei momenti più terribili della sua storia. Il cinema invece, si arricchiva sempre di più e venne anche creato lo studio-system, dove le case di produzione facevano firmare contratti blindati ai loro attori e registi e ne diventavano quasi i loro proprietari, ma dove soprattutto un produttore aveva l’assoluta e più completa libertà di decidere le sorti di un film. Un brutto momento per il paese divenne così, la riscossa del cinema e una pietra miliare per le sorti dell’economia del paese.

Invia una risposta

Il tuo indirizzo mail non verrà reso pubblicoI campi richiesti sono contrassegnati *