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QUANDO AD HOLLYWOOD SI COMBATTEVA IL POTERE NAZISTA

Stava per cominciare la seconda guerra mondiale, erano gli anni in cui la Germania, stava mettendo il bavaglio alla cultura e all’arte e a molti dei loro artisti, non solo ebrei, mai anche tutti quelli che non avevano le stesse idee fasciste. Dall’altra parte l’America, che si vedeva entrare in guerra, ma che allo stesso tempo, doveva anche far vedere che da una parte combatteva una guerra e dall’altra aiutava la gente, che doveva a scappare dal paese natale perché non aveva la religione giusta o le idee giuste. In California una certa, Salka Viertel, che arrivò negli anni venti dalla Germania con il marito per fare la sceneggiatrice e l’attrice, aveva capito che la situazione in patria non era delle migliori per i suoi amici, ma non solo; anche per molti altri, le cose non andavano bene e così la grande idea. Mascherare un esodo non era facile, ma il principio era importare dall’Europa maestranze e persone che già in patria godevano di fama e di ottime capacità tecnico-artistiche, facendo pressione sui grandi influenti di Hollywood, introducendoli come manodopera a basso prezzo e lavoratori non sindacati. Non solo, ma si appellò anche a tutte le associazioni dei diritti umani, per rendere la cosa legale e che fosse sotto gli occhi di tutti, così da non creare imbarazzi internazionali. E così fu, tra gli anni trenta e la fine degli anni quaranta, ci fu un vero e proprio rinfoltimento delle così dette “categorie minori” del cinema, con scenografi, scrittori, costumisti, aiuto registi e tanti altri che si vedevano un visto per ragioni lavorative e l’entrata negli Stati Uniti, senza avere sul collo l’immigrazione, le carte verdi o lo stato, infatti lo stesso presidente degli Stati Uniti cambiò le rigide regole per l’entrata in America proprio per dare il buon esempio e per non far credere che la guerra era ingiusta e che il nemico si poteva battere, anche con i suoi stessi cittadini. Venne così creata una grande comunità artisticha, in gran parte ebrea, ma non solo con nomi altisonanti come Marlene Dietrich o Greta Garbo che fu una delle prime ad arrivare in America. Insomma personalità che diedereo linfa vitale al mondo del cinema, che in quegli anni aveva già sperimento il cinema sonoro, stava dando vita al cinema a colori e qualche anno dopo, al cinemascope, tutti esperimenti, che senza le grandi persone che ci lavoravano non sarebbe mai potuto accadere. Saalka era diventata una donna di potere, che dava battaglia alla censura, che combatteva l’intolleranza ed era una delle donne più influenti e di potere ad Hollywood, putroppo pure troppo, tanto che negli anni sessanta, dovette lasciare l’America, perchè non più ben vista e si spostò in Svizzera. La sua famiglia non l’abbondonò mai, neanche negli anni più difficili, dove il suo buon fare fu cancellato da idee politiche e nuove ideologie culturali, che cancellarono il suo nome dalla storia e che ad oggi è ancora sconosciuto, ma che salvò vite umane dello sterminio ,dando a tutte loro una nuova vita e dando anche ai figli dei loro figli, la grande possibilità del sogno Americano.

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