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ANITA LOUISE DA BABY STAR A DONNA

Le baby star non sono solo oggi ricercatissime, ma anche tra gli anni dei film muti e l’arrivo del sonoro, si cercavano sempre dei bambini, che diventavano dei beniamini anche dello spettatore più adulto. In questa categoria ci sono stati tanti famosi, ma anche meno famosi e Anita Louise era una di queste. Se solo negli anni cinquanta e poi ancora di più negli anni ottanta, il sindacato degli attori proteggeva questi bambini, agli inizi erano dei semplici bambini attori, molte volte non pagati e che non avevano gli stessi diritti degli attori più grandi e di certo non godevano degli stessi privilegi. Poi però si cresce e come anche oggi, le baby star, restano al palo, perché ormai la loro immagine di fanciulezza finisce con l’arrivo della pubertà e di quel corpo che si modifica, portandolo a diventare un corpo adulto. Questi che per noi sono bambini, in realtà sono delle slot machine per i genitori, che gli sfruttano e tante volte, gli rubano anche i soldi, perché all’epoca non c’erano leggi a tutela dei patrimoni dei minori. Ma soprattutto quando una baby star, diventa grande, si vede lasciata a casa, si vede svanire la fama e la ricchezza e soprattutto non vede più il suo futuro, ripiegando su alcool e droghe, depressioni e tante volte pure suicidi. Non è il caso di Anita, che già a sei anni cominciava i suoi primi passi su un palcoscenico e che poi a nove anni, era la baby star di “The sixth commandment”. Anita Louise Fremaul, aveva pure una dote, che poi con il tempo, quando ormai fu grandicella, divenne la sua salvezza, era una bionda. Sì perché la sua fluente chioma biondissima, era un vanto per lei, ma soprattutto era quella possibilità di continuare in una carriera che con l’adolescenza sarebbe terminata. Invece no, le bionde erano richiestissime, anche perché in anni di pellicole a bianco e nero, la loro luce dava un effetto meno cupo alla fotografia del film e dunque erano più belle da vedersi. Poi c’era anche quel detto delle oche bionde, dunque aveva pure la possibilità di fare commedie dov’ era la bionda svampita di turno, ma comunque anche se non raggiunse mai quel grande successo di pubblico, era una che lavorava sempre, soprattutto quando ne aveva voglia, perché lei non sgomitava e non le interessava fare di tutto per aver una parte. Neanche a quel famoso casting, dove si erano presentate tutte, ma proprio tutte, per la parte di Scarlett di “Via col vento”. I suoi film più famosi restano “Sogno di una notte di mezza estate” del 1935 e poi “Maria Antonietta” del 1938, ma comunque non è mai stata una diva e non è mai stata tra le preferite, perché la sua vita spartana e semplice non le permetteva, neanche qualche gossip e qualche vita nei rotocalchi. Negli anni sessanta fece anche delle breve apparizioni in televisione, ma le opere di carità e la filantropia, le richiedevano energie e risorse e dunque accantonò la sua carriera cinematografica. Morì per un attacco di cuore nel 1970 e fu tumulata al cimitero di Los Angeles accanto al secondo marito, dato che il primo marito morì dopo trent’anni di matrimonio e dal quale ebbe due figli.

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