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MABEL NORMAND LA COMICA MALEDETTA

La commedia, specialmente negli anni del cinema muto è sempre stata di dominio maschile e le donne erano sempre delle comparse, ma chi poi aveva successo era sempre ipegnata nel portare sullo schermo donne impegnate e donne che lasciassero il segno, in quel mondo della celluloide maschilista. Mabel Normand invece, ancora più cocciuta, volle cimentarsi nell’arte della risata e delle così dette comiche, dove il sorriso e il buon umore erano sempre l’arma vincente, ma ovviamente al contrario, la sua vita privata fu molto molto, meno divertente. Mabel classe 1892 scarsa istruzione, vita di campagna, amante del nuoto e una famiglia che si trasferiva molto spesso, aveva capito che la vita semplice e fatta di stenti non era per lei. Dotata di bellezza da vendere, anche se alta solo un mentro e cinquanta cinque, divenne modella per fotografi e disegnatori e nei primi anni del novecento, l’arrivo del cinema la incuriosì molto, tanto che volle cimentarsi in questa nuova forma artistica ancora in fase di scoperta. Qui capì, che far ridere e divertire la gente con storie allegre e simpatiche era quello che la rendeva felice, non come altre sue colleghe, che preferivano far vedere la loro bravura e il talento e perciò non prendersi mai in giro. Caparbia e tosta, si aggregò alla Keystone una casa di produzione agli arbori, che aveva appena messo sotto contratto un certo Charlie Chaplin. Con lui il successo fu immediato, tanto che poi le venne affidato anche il ruolo di regista e di sceneggiatrice e venne soprannominata la Charlot Femmina. Ma nel 1915 il duro colpo, con l’abbandono di Chaplin e il ripiego nell’attore Roscoe Fatty Arbucle, uno che qualche anno dopo uccise una starlett stuprandola con una bottiglia che le si ruppe all’interno del corpo. Non era un bel giro quello che stava frequentando, fatto di droghe e alcool e un fidanzato già fidanzato, che non nascondeva mai a nessuno il suo doppio gioco, ma una sera dopo essere ucita dalla sua stanza, lo trovarono morto con un colpo di pistola. Il colpevole non venne mai scoperto, ma per i media era lei la possibile assassina, perciò la sua carriera cominciò ad andare a picco. Qualche anno dopo invece, durante una festa di capodanno il suo autista sparò ad un ospite e ovviamente il suo nome si ritrovò per l’ennesima volta nella cronaca nera. A questo punto il pubblico la salutò definitivamente e tutti i suoi contratti fuorono cancellati. Il suo fisico ormai intaccato da droghe di ogni genere, la portarono alla tubercolosi tanto che venne ricoverata in un sanatorio. La sua bellezza ormai del tutto svanita e il suo fisico ormai molto malato la portarono, sei mesi dopo l’entrata in ospedale, alla morte avvenuta a soli trentasette anni. Una vita fatta di genio e sregolatezza come a quei tempi era normale, ma che oggi dopo 220 film, nessuno conosce come dovrebbe.

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