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MYRNA LOY LA EX FEMME FATALE

Nell’iconografia delle donne del cinema di sicuro, la figura della così detta Femme Fatale è una delle più famose, dando lustro a tantissime attrici, che diventavano loro malgrado, icone femminili, in anni in cui il ruolo della donna era solo quello di moglie e madre. Myrna Loy è una  di queste, ma malgrado questa etichetta, era conosciuta ai più, come la moglie perfetta, quella che tanti uomini avrebbero sposato, a parte i suoi quattro mariti. Myrna nata negli Stati Uniti nel 1905, dopo essersi trasferita con la madre a Los Angeles, causa morte del padre, già nella Hollywood degli anni venti, si era fatta largo, grazie a quello strano mix culturale vagamente esotico, in ruoli di seduttrice e di vamp, che tanto era di tendenza in quegli anni. Ma poi il vero successo arrivò negli anni trenta, anche grazie all’arrivo del cinema sonoro, che fu la morte di molti attori, mentre per lei, la grande opportunità di far spazio al suo talento. E qui invece, a differenza di anni prima, il ruolo della mogliettina anche svampita, le aveva dato l’opportunità di avere un contratto con la Metro Goldwyn Mayer e grazie alla sua leggerezza e spensieratezza, si ritagliò una fetta di mercato cinematografico, più adatto ad un largo pubblico, che la etichettò come “The perfect wife”. Lontana dal cinema ed in età matura, oltre a dedicarsi alla scultura, fece parte dell’Unesco e già durante la seconda guerra mondiale, come tante altre sue colleghe, andò al fronte per dare serenità ai militari americani, impegnati nella guerra. Sempre in età adulta, il teatro divenne la sua seconda casa, lasciando completamente il cinema, il quale nel 1991, la omaggiò con l’Oscar alla carriera per i suoi centotrentanove film, ma che non la degnò mai di una nomination in nessuna categoria e fu anche l’ultima volta, che si vide l’attrice, morta due anni dopo, durante un intervento di chirurgia estetica. Devota democratica e femminista, sempre negli anni della guerra, finì nella black list di Hitler, che vedeva in lei un modello da non seguire, mentre in anni più recenti,  in suo onore gli studios della Sony le dedicarono un edificio, chiamato con il suo nome.

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