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LA RAGAZZA DEL CAPPOTTO ROSSO DI SCHINDLER’S LIST

E’ stata la bambina simbolo di uno dei  film della storia del cinema contemporaneo, famosa soprattutto per quel suo cappotto rosso, che sa segnato Schindler’s list, capolavoro di Steven Spielber, del 1993 e vincitore di sette premi Oscar. Oliwia Dabrowska, che all’epoca aveva tre anni, oggi alla soglia dei trent’anni e nel giorno della memoria, racconta il grande e profondo turbamento nell’essere diventata suo malgrado, la bambina simbolo della Shoa. Per lei è stato un shock, sopratutto da teenager, perciò ha sempre odiato i suoi genitori, per averla portata a quel casting. Sembra incredibile, ma negli anni della scuola, si sentiva oppressa da questo fardello culturale con persone che le chiedevano di continuo, dell’olocausto, come fosse stata una vera ebrea al campo di concentramento. In un’età molto giovane di sicuro, sarà stato un vero trauma e all’età di undici anni, decise di vedere quel film, che tanto la stava tormentando, rompendo la promessa a Spielberg, di vederlo solo al compimento di diciotto anni. “Mai più” ha detto in nell’intervista al Daily Mail, quel film, che noi abbiamo visto mille volte, lei lo ha visto una volta sola e ne è rimasta traumatizzata. Oggi inoltre, con i social media, tutti la cercano e le raccontano le storie delle loro famiglie distrutte dall’olocausto, creandole forte stress, perchè lei ha solo interpretato una parte, mentre tutte quelle persone che la cercano, l’hanno vissuta. Sa anche che è stato un onore fare parte di quel film e lavorare con Spielberg un privilegio, ma forse essere una ragazza simbolo suo malgrado, l’ha fortemente segnata dentro.

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