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TORNA IL SUNDANCE FILM FESTIVAL

Come ogni anno tra le montagne innevate dello Utah (USA) i cinefili più incalliti si danno appuntamento in uno dei più indipendenti festival del cinema, che vede come padre fondatore un certo Robert Redford. Park City per sue settimane si tinge di cinema, lanciando giovani di talento i quali film, a volte, diventano dei piccoli cult e sempre a volte gli vengono pure spalancate le porte di Hollywood. Il nome Sundace deriva da Sundace Kid, il più famoso personaggio di Redford, nel film Butch Cassidy del 1969, che negli anni ottanta fondò un’organizzazione per il cinema indipendente e dal 1991 dalle ceneri, dello Utah Festival, lo consolidò con una manifestazione per la promozione di tali film e dare opportunità di lavoro a giovani, che negli anni hanno preso i nomi di Quentin Tarantino, Steven Soderbergh, Kevin Smith e molti altri. Quest’anno si comincia dal 19 gennaio e si finisce il 29, sotto il segno di Donald Trump, che quest’anno diventerà il bersaglio più ambito, anche grazie all’arrivo del sequel del documentario di Al Gore “An incovenient truth” del 2006. In pochi anni questo festival è diventato un outsider e porta a casa riconoscimenti da ogni parte del mondo, ma soprattutto rende omaggio a piccoli film con piccoli budget e piccoli attori, che qui si vedono lanciare le loro carriera. Tra la neve e il freddo e arrivato al suo trentaquattresimo anniversario, vede schierati quest’anno, tra film e documentari, artisti come il nostro Luca Guadagnino con “Call me by your name”, il duo Rooney Mara e Casey Affleck con il loro dramma “A ghost story“, “Wind River” dall’autore di “Sicario” con Jeremy Renner, Cate Blanchett con il suo “Manifesto” e i suoi tredici ruoli, un documentario su Hulk Hogan, “The discovery” con lo stesso Redford protagonista, ” Icarus” sul doping dello sport russo e poi l’arrivo di molte star come Jennifer Aniston, Woody Harlesson, Salma Hayek e Lily Collins tutte di casa da queste parti. Insomma un festival da scoprire per chi non lo conosce.

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