Alla sua nascita, il cinema, non aveva una vera figura di sceneggiatore, ma usava, come nel teatro, un “canovaccio” con linee guida per gli attori e un abbozzo di storia. Una delle prima a voler scrivere nero su bianco, cosa avrebbe realizzato è stata la regista Alice Guy, che nei primi del novecento a Parigi, scriveva di persona tutte le sue storie. La prima vera figura di sceneggiatore però la si deve a Frances Marion, che nel 1912, scrisse per l’allora giovane, D.W. Griffith la storia del suo film “New York hat”. La donna, già giornalista fu mandata al fronte, come giornalista di guerra per un reportage sulle donne e la guerra, in seguito al suo ritorno negli Stati Uniti, ormai senza lavoro, venne accolta come assistente di quella che era la donna più potente del cinema, Lois Weber. Ben presto divenne la sceneggiatrice ufficiale delle donne, lavorando con personaggi come Mary Pickfrod, per poi diventare, la prima sceneggiatrice donna a vincere l’Oscar nel 1930 e poi nel 1932. Di conseguenza le porte del cinema le vennero spalancate, lavorando anche con gli uomini e creando un vero lavoro, non più solo come scrittrice di soggetti, ma con l’aggiunta di dialoghi, di descrizioni e aiuti per la regia, ha fatto nascere il vero lavoro dello sceneggiatore. Nella sua carriera si dice abbia scritto più di trecento film, ma purtroppo molti di sessi, sono stati persi, perciò se ne contano ufficialmente centosettanta. La sua carriera terminò nel 1946, per suo volere e si dedicò completamente alla scrittura di libri, prima di questo provò anche con la regia, con la produzione e le recitazione, ma solo per curiosità, resta però una pioniera della sceneggiatura, perchè già qualche anno dopo, le donne vennero bandite dallo scrivere film e si scelse una nuova formula, con diversi soggettisti, che lavoravano a comando di un unica persona e non avevano nessun diritto sulla storia che andavano a realizzare.