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GIULIANA GAMBA LA PRIMA REGISTA PORNO ITALIANA

Diciamolo subito, ha smesso. Giuliana Gamba figlia di quegli anni settanta, anni di movimenti culturali e cambiamenti politici e non solo, ha avuto il coraggio di essere libera e di esprimere la sua visione delle donne al meglio, ma purtroppo, da quelle stesse donne è stata massacrata. Sì perchè, cresciuta nella borghesia di Urbino e laureata a Firenze in storia del cinema, grazie all’amico regista Joe D’amato, entra a far parte del cinema porno soft e ben presto diventa la prima regista donna italiana a dirigerne un film. In anni di femminismo e di nuova libertà femminile, Giuliana decide di esplorare il mondo del porno in rosa, quello che fa oggi Erika Lust, che è la regista più famosa del genere, ma erano altri tempi e la situazione è stata mal interpretata. In anni di ribellioni giovanili, Giuliana decide di mostrare senza tabù, quello che le donne dell’epoca, stavano esplorando ovvero, la sessualità, ma incappa in altre femministe, che nel gesto vedono solo, la mercificazione del corpo della donna. Non che le donne, ne oggi, ne in quegli anni, erano obbligate a farlo, perciò non si può parlare di donne schiave, ma che una donna regista, esplorasse quelle stesse dinamiche al maschile, non fu ben visto. Come anche oggi, i film porno al femminile, sono molto diversi dagli altri, ma l’atto in se è sempre quello, anche se ci metti bei vestiti e location da sogno, quella è la storia e non cambia, le donne non accettano l’uso e si parla proprio di uso, del corpo femminile, che poi non fa altro che alimentare false speranze, negli uomini “normali”. Dunque il peggior nemico della regista, sono state le donne, quelle donne, che anni prima, all’epoca del teatro al femminile, l’applaudivano e la lodavano, ma che qui, non hanno capitolo il suo atto pioniero. Dopo tre soli film, la regista depose le armi e la camera, perchè aveva capito, che il settore stava diventando un vero business e stava perdendo, il suo significato di rottura e di cambiamento culturale. Oggi è regista di documentari e lavora spesso per la Rai, dove ha dato vita a diversi sceneggiati e miniserie e dove non ama parlare di quel suo passato, troppo ingombrante, ma che oggi ricordiamo, come la prima donna italiana a diventare regista del cinema porno e perciò una vera pioniera per tutte.

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