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CAHIERS DU CINEMA OVVERO LA POLITICA DEGLI AUTORI

Si chiama Cahiers du cinéma ed è la rivista cinematografica più famosa e più illustre del cinema francese, ma non solo. La rivista fondata da André Bazin e altri collaboratori nel 1951, famoso critico cinematografico francese e che diede vita, a sua maniera alla famosa Nouvelle Vague, corrente cinematografica francese, nata alla fine degli anni cinquanta, che rispecchiava l’allora, cambiamento politico e culturale francese, visto da cineasti come Truffaut, Godard, Chabrol e Rohmer. La rivista infatti, era lo specchio di questa nuova linfa vitale del cinema, che ne riportava l’animo e le idee innovative, percepite nella cultura, nell’arte, nella musica, nella letteratura e nel cinema. Tutti questi artisti della Nouvelle Vague dunque, scrivevano e davano vita ad opinioni ed idee e importante vademecum per la politica degli autori. Quella che era nata come protesta culturale, negli anni diventò un vero faro per le produzioni di giovani autori, che in quegli anni stavano attraversando una svolta culturale che si chiamava ’68, che ha visto anche diversi Festival del cinema coinvolti con la nascita di pellicole d’autore come, I quattrocento colpi o Fino all’ultimo respiro. Il marchio di tali produzioni erano storie semplici di vita modesta, con pochi finanziamenti e poca pubblicità e proprio per questo Cahiers du cinéma, dava loro grande spazio, non solo con critiche cinematografiche autorevoli, ma anche con grandi interviste, che restano tutt’oggi il fiore all’occhiello della rivista. Insomma più che una rivista, fu un grande laboratorio di cervelli in fuga, dalle regole dell’allora società.

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